11 Gennaio 2024

James Blake e Bowers & Wilkins: Structuring Robots Into Heaven

James Blake e Bowers & Wilkins uniscono le forze per svelare la magia dietro all'eccellente sesto album in studio dell'artista.

James Blake è senza dubbio uno dei più grandi talenti musicali degli ultimi dieci anni. La sua destrezza nel fondere con facilità paesaggi sonori elettronici e una cantautorialità all’avanguardia gli è valsa lo status di icona sia della musica underground che di quella mainstream. 

Dagli ispirati esordi, quando ha reimmaginato il dubstep e altri generi per dar vita a capolavori di elettronica sperimentale, fino al vasto catalogo di eccezionali EP e album coronati da vari premi, con il suo stile distintivo Blake ha influenzato innumerevoli artisti, cambiando il modo in cui molti si avvicinano al far musica. 

Nel corso della sua carriera in ambito musicale, Blake ha prodotto con la sua maestria per alcune delle voci più in vista della scena musicale, tra cui Kendrick Lamar, Beyoncé, Vince Staples, Frank Ocean, Rosalía, JID, Dave e Travis Scott, facendo confluire l’unicità delle sue idee e i suoi tratti distintivi nei rispettivi dischi acclamati dalla critica.

Playing Robots Into Heaven

L’ultimo album di James Blake, Playing Robots into Heaven, è il più vulnerabile e lo vede tornare a una forma più pura di musica elettronica, che è stata la base della sua carriera. Negli 11 brani del disco, Blake abbraccia appieno le sue radici elettroniche, offrendo un intenso connubio tra la sua voce pensierosa ed espressiva, innumerevoli sintetizzatori modulari e campionamenti, tutti elaborati in maniera straordinaria. 

Con spettacolari pezzi ispirati da four-on-the-floor, UK club e rap, in Playing Robots into Heaven Blake attinge da queste familiari formule dance e le reinventa, conferendo loro un’impronta fresca e sperimentale. 

A sostegno della creatività

Bowers & Wilkins ama sia mettere a punto prodotti audio di punta che la musica che si ascolta con essi. Qualsiasi nostra decisione scaturisce dall’obiettivo di offrire il True Sound della performance di un artista. Di conseguenza, per noi è incredibilmente importante sostenere gli artisti e fornire loro una piattaforma di supporto per i loro progetti creativi.

In concomitanza con il nuovo album di James Blake, abbiamo raggiunto il produttore e cantautore inglese per omaggiare la rivoluzionaria abilità artistica alla base dell’album e addentrarci un po’ di più nelle modalità di realizzazione della sua visione creativa. 

Structuring Robots Into Heaven (Part One)

Nella prima parte della nostra serie di cortometraggi con Blake, andiamo a trovarlo nel suo studio di Los Angeles per esplorare il processo creativo alla base del suo eccellente sesto album in studio, Playing Robots Into Heaven

L’arsenale di strumenti e tecniche di produzione di Blake, che ha alle spalle diversi anni di esperienza nella realizzazione di uscite, non è mai stato così potente e raffinato. “Quasi ogni due album ho imparato a fare qualcosa,” spiega. “Mi sentivo come se le capacità ci fossero già, dovevo solo metterle in pratica.” 

Ma, pur possedendo tutto il necessario per creare il disco che immaginava, la sua mente era occupata da un altro aspetto: il riscontro del pubblico. “Una delle domande che mi rendeva leggermente insicuro era: la gente lo accetterà come album di James Blake? Temevo che fosse troppo folle.” Folle? Forse. Geniale? Decisamente. 

Questa sensazione di vulnerabilità riguardo all’album non ha tarpato le ali alla voglia di sperimentare. Il suo approccio basato sul collage, utilizzato nel primo album, è riemerso in piena forma, vedendolo creare 200 jam session modulari da utilizzare nella produzione dell’album grazie alla potenza del sintetizzatore modulare. Si potrebbe pensare che 200 siano un sacco di roba su cui lavorare, ma il motivo è che 140 di quelle create per Playing Robots Into Heaven “avevano una sonorità infernale”, come dice lui, e doveva trovare il meglio del meglio. 

Vulnerabilità e setacciamento di paesaggi sonori “infernali” alla ricerca dell’equilibrio tonale perfetto a parte, ammette che il nuovo disco lo rappresenta completamente: “Mi è piaciuto così tanto che dovevo sostenerlo.” Blake voleva realizzare una collezione di brani evocativi della sensazione di ascesa e, grazie alla sua ricca tavolozza sonora, Playing Robots Into Heaven è proprio questo. 

L’ambiente di ascolto di Blake è essenziale per il suo mestiere. “Mi piacciono i diffusori che non aggiungono troppo in termini di equalizzazione artificiale o esaltazione degli alti o cose del genere,” ci ha detto. “Mi piacciono quelli che riproducono la voce in modo naturale, e penso sia importante poter sentire tutto il carattere del modo in cui è stata registrata.” 

Bowers & Wilkins comprende bene questa cruciale necessità di ottenere un suono senza aggiunte né sottrazioni, che è la colonna portante della filosofia su cui si basa la nostra ingegneria audio. Pertanto ci impegniamo a lavorare con artisti come James Blake per fornire loro gli strumenti necessari per rivelare il True Sound delle loro performance in ogni passaggio del processo creativo.  

Structuring Robots Into Heaven (Part Two)

Per quanto sia stato progettato per suscitare una sensazione di ascesa, il nuovo disco di James Blake Playing Robots Into Heaven doveva avere una resa affidabile nello spazio reale. Nella seconda parte della serie abbiamo esplorato il modo in cui Blake l’ha ottenuta, immergendoci in uno dei pezzi più da discoteca del disco: Tell Me

Dopo essersi “fatto le ossa” con la musica dance e aver continuato a produrne tutti gli anni per gli ultimi otto-nove anni, a Blake è venuto naturale creare musica che cattura l’essenza della scena dei locali notturni. “I suoni che uso in tutta la mia musica sono elettronici; comprendono sempre sintetizzatori e la manipolazione tecnologica di piano e voce. Quindi ormai per me la musica elettronica è musica e basta,” spiega. 

Per Blake l’approccio più minimalista a queste jam più danzerecce rappresenta un metodo consolidato, di cui si è servito per dar vita ad atmosfere gradite al pubblico dal vivo. “In discoteca il cervello ha spazio per tre sole cose. Percussioni, bassi e qualcos’altro.” Il suo brano Tell Me, visto nel secondo episodio, ne è l’esempio perfetto. 

L’hook della traccia basta già a evocare quel crescendo euforico di cui ha bisogno ogni grande canzone dance. In questo caso si tratta di un orecchiabile riff modulare, esaltato da infiniti riverberi e altri effetti ipnotici.

Se non puoi aspettare di sperimentare questa magia nella vita reale, il nostro video con James Blake ti offre un assaggio del modo in cui si manifesta dal vivo questo gioiello da pista da ballo. Sullo sfondo del sistema megafonico unico nel suo genere di Bowers & Wilkins, che fornisce la potenza per far meritatamente risaltare la gloria del sound dal vivo di Tell Me, James Blake mostra l’euforia del brano in un’ambientazione industriale di grandi dimensioni presso il South Tank della Tate Modern. 

Playing Robots Into Heaven soddisfa ogni desiderio dei fan di James Blake e degli appassionati di musica dance in generale. È un disco di proporzioni epiche che traduce con precisione in sonorità l’intento artistico di Blake. L’artista ha recentemente migliorato i propri monitor da studio passando agli altoparlanti della serie ammiraglia 800 Series di Bowers & Wilkins, e consigliamo caldamente a chiunque ami il sound innovativo di ascoltare questo eccellente album con gli stessi diffusori. Non ne rimarrà certo deluso. 

L'album di James Blake Playing Robots Into Heaven può essere ascoltato in streaming su Qobuz, TIDAL, Spotify e Apple Music. Per acquistare il nuovo album in vinile, CD o cassetta, visitare il sito ufficiale di James Blake qui.

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